Acquistare o noleggiare? Il fenomeno della rental economy tra privati e aziende

Rispetto a vent’anni fa il contesto globale contemporaneo è segnato da un’intensa mobilità delle persone, delle merci, delle idee e delle informazioni. Il crescente dissolversi dei confini spaziali ci ha portati a vivere in una società che è sempre più segnata dalla flessibilità degli individui e la vita delle persone è ora in costante movimento, assumendo un carattere dinamico.

In tale contesto, dove i confini sono sempre più labili e le scelte personali sono mutevoli, l’idea di comprare beni, magari immaginando di fare investimenti, pare non essere sempre un buon affare.

Proprio in quest’ottica è emerso da una recente analisi di mercato che stanno crescendo a dismisura i beni di consumo in affitto: questo fenomeno è chiamato Rental Economy, ossia l’economia del noleggio, che permette al consumatore di affittare i beni di cui ha bisogno, pagando un canone specifico, per poi rendere tutto al mittente.

A differenza dei beni di proprietà, il prodotto noleggiato, al termine del contratto è ancora in buone condizioni e viene ricollocato nel mercato dell’usato, mentre a fine vita viene smaltito in modo corretto dal proprietario.

La Rental Economy è quindi più sostenibile perché prolunga il ciclo di vita del prodotto, lo rimette in circolo dopo il primo utilizzo, ed evita che si trasformi in rifiuto da smaltire quando è ancora perfettamente utilizzabile.

Chiaramente la spinta a scegliere il noleggio nasce da motivazioni disparate. Al primo posto troviamo le ragioni economiche: il prezzo del noleggio è più conveniente dell’acquisto e, nel canone pagato, è compresa la manutenzione ordinaria.

Tra le altre motivazioni che spingono i consumatori ad optare per il noleggio vi sono: l’assicurazione contro il danneggiamento inclusa nel canone, la copertura contro il furto, i servizi di consegna e ritiro a domicilio del bene con incluso lo smaltimento dello stesso nel rispetto degli standard ecologici.

Da una recente ricerca è emerso che, attualmente, in Italia il bene di largo consumo maggiormente affittato è l’automobile per cui, in un unico canone, si possono includere manutenzione, assicurazione, cambio gomme e soccorso stradale.

A seguire vi sono altri beni mobili, tra cui biciclette, attrezzature sportive, moto, smartphone, articoli per l’infanzia ed elettrodomestici per la casa.

Chi si spinge verso il noleggio sono anche i consumatori che vogliono provare un bene senza per forza doverlo acquistare a prezzi proibitivi. A titolo esemplificativo, si pensi alle auto elettriche: da un’indagine di mercato è emerso che oggi i privati italiani comprano solo in minoranza queste auto visto il costo elevato e l’incertezza sui costi di utilizzo e manutenzione.

L’idea di dare a noleggio le auto elettriche potrebbe lanciare il mercato di questa tipologia di automobile, altrimenti accessibile solo a pochi.

La formula dell’affitto non piace solo ai privati, anzi, sono molte le aziende che negli ultimi tempi hanno fatto ricorso al noleggio operativo di beni strumentali, affittando hardware, software, dispositivi multimediali, arredi per ufficio, impianti di allarme, sistemi di cassa, macchinari per l’industria, ecc.

Sfruttando il noleggio a lungo termine le aziende non vincolano i capitali, non si indebitano e non detengono la proprietà di beni e tecnologie aziendali. Infatti, il Renting è uno strumento che supporta la transizione digitale delle imprese, permettendo di pianificare investimenti nel tempo per dotarsi, senza rischi, di tecnologie indispensabili per l’attività di impresa ma caratterizzate da un’obsolescenza molto rapida.

Un’altra grande opportunità offerta dalla Rental Economy è data dal fatto che anche le piccole e medie imprese possono accedere a mercati che, fino a poco tempo fa, vedevano la presenza solo di grandi aziende. Si pensi, ad esempio, al mercato delle energie rinnovabili in cui le richieste di noleggio operativo di impianti fotovoltaici stanno aumentando, soprattutto tra le Pmi.

Ma chi sono i fruitori di questa nuova formula? Sicuramente pesa molto il fattore generazionale ed infatti, sia tra i privati che tra le aziende, il 64% dei consumatori che prediligono il noleggio a lungo termine ha un’età compresa tra i 18 e i 38 anni.

Vi è anche un fattore geografico: le imprese del Nord Ovest sono più aperte a noleggiare beni a lungo termine, mentre nel resto del paese, il Centro Sud ma anche il Nord Est, il noleggio operativo viene ancora equiparato a un acquisto rateale.

Non mancano di certo le critiche alla Rental Economy che, per la facilità con cui rende accessibili beni e servizi, è spesso accusata di supportare una visione consumistica visto che, in qualsiasi momento, si potrebbe decidere di cambiare i beni noleggiati con un modello più recente.

Questa opinione non trova di certo seguito nel mondo aziendale in cui, invece, la formula del noleggio potrebbe essere una grande opportunità, soprattutto per il settore dell’agricoltura in cui molto spesso mezzi e attrezzature di proprietà vengono impiegati per pochi mesi all’anno e debbono essere comunque ciclicamente assoggettati a dispendiose manutenzioni e controlli.

Avere a disposizione un bene strumentale da poter cambiare all’occorrenza permette di puntare sull’innovazione come leva strategica, assicurandosi un vantaggio competitivo grazie al rinnovo tecnologico continuo, evitando l’obsolescenza di attrezzature e strumenti aziendali.