Scegliere per crescere: il marketing dell’albero da frutto

Dopo un anno di pandemia, restrizioni e chiusure, sono tante le aziende del settore agricolo che oggi si trovano a dover rivedere le proprie priorità, talvolta per continuare a crescere nonostante le difficoltà del mercato, talora, semplicemente, per sopravvivere.

Tra le principali problematiche con cui gli imprenditori agricoli si sono dovuti confrontare negli ultimi mesi, senza dubbio, un tema di primaria importanza è quello legato alla promozione delle aziende.

Con il blocco quasi completo alla circolazione delle persone, con le forniture a bar e ristoranti tagliate in maniera spesso rilevante, con i cancelli degli agriturismi lungamente chiusi, non è sempre stato facile trovare un posto dove collocare i propri prodotti. Ora, però, dopo una lunga attesa, per tante attività è arrivato il momento di ripartire.

Già, ripartire…ma per dove?

Per muoversi, infatti, è necessario avere chiaro qual è la direzione verso cui andare, quali sono i passi da compiere, quali sono i valori e i fondamenti che stanno alla base dell’azione di promozione.

La prima cosa fondamentale è ricordare sempre che si può guadagnare ricorrendo ai trucchi e alle bugie, ma che la sincerità e l’attenzione alla qualità rappresentano un plus che può garantire, nel tempo, importanti dividendi.

Per fare un esempio, è sempre più in voga parlare di territorialità e stagionalità dei prodotti, dell’importanza dei prodotti a chilometro zero. Molto spesso, però, gli stessi che promuovono tali concetti sono coloro che acquistano e rivendono le zucchine a dicembre o che propongono, sui propri banchi per la vendita, ananas e frutti tropicali accanto alle proprie produzioni, generando una contraddizione in termini che rischia di sconfessare anche le migliori intenzioni.

Un altro tema estremamente pop di cui, spesso, i produttori agricoli abusano è quello relativo alle coltivazioni biologiche. Questo non perché la transizione verso il biologico, su cui l’Unione Europea ha spinto tanto in questi anni, non sia valida ed importante, ma perché nell’arco di qualche anno, forse decennio, non esisterà più la divisione tra prodotto biologico e convenzionale. Già, oggi, tante aziende stanno investendo nel settore del biologico, generando una quantità sempre maggiore di prodotto, ma non bisogna dimenticare che anche l’agricoltura convenzionale sta riducendo in maniera sempre più importante l’uso di prodotti chimici e di fitosanitari. Pertanto, sono pronto a scommettere che tra qualche tempo la differenza tra le due tipologie di prodotti andrà assottigliandosi, fino a tendere allo zero, facendo così perdere il tratto di distintività alle produzioni biologiche che, quindi, torneranno ad essere semplicemente arance, pesche o pomodori.

Far conoscere la propria azienda e i propri prodotti rappresenta la sfida più ardua in questo difficile momento storico, ma rappresenta il focus e l’obiettivo che ogni azienda dovrebbe perseguire: in tanti, in questi lunghi mesi, hanno iniziato attività di vendita a domicilio o hanno aperto un e-commerce, senza preoccuparsi però di comunicare o di spiegare ai potenziali clienti perché scegliere la propria attività anziché un’altra, di preferire il proprio prodotto a quello dei concorrenti.

Già, perché?

Perché in questo specifico momento storico, la cosa più importante, per un’azienda agricola, è avere chiara la propria identità. Il saper rispondere, senza dubbi e senza indugi, alle domande “chi sono?” e “dove sto andando?”

Perché tra le mille opportunità che possono essere colte tra quelle che la disciplina sulla multifunzionalità dell’impresa agricola offre, ogni imprenditore deve saper scegliere quelle che meglio si adattano al proprio sentire, ai propri valori, ai propri obiettivi. Deve trovare la strada in maniera lungimirante e sostenibile, cercando di far fruttare nel tempo la propria passione ed il proprio lavoro.

In questi difficili tempi, l’imprenditore agricolo deve orientare il proprio business secondo le regole della potatura: in questa fase un po’ difficile e un po’ stagnante, bisogna cercare di diradare i rami secchi della propria attività, in maniera misurata, ma attenta.

Senza scegliere, presto o tardi l’imprenditore agricolo si troverà a dover rincorrere un’attività dispersa in mille rivoli e incapace di produrre frutto; con scelte estremistiche o con scarsa visione, parimenti l’azienda rischierà di fallire, seccata dai limiti imposti dal suo titolare.

Con una corretta potatura, scegliendo in maniera oculata e ponderata, invece, l’attività continuerà a prosperare e a crescere, in maniera naturale, senza sforzi.

Pertanto, questo è il momento di farsi domande e di fare scelte: l’inverno sta per terminare ed è tempo, per ogni azienda agricola e per ogni attività, di trovare la propria strada.