Qual è la tattica vincente per la tua azienda agricola?

Nello sport, la scelta di una strategia di gioco vincente è fondamentale per ottenere ottimi risultati. Occorre scegliere trame di gioco che valorizzino le qualità dei singoli giocatori, ma anche sapersi adattare, ad ogni partita, alle caratteristiche degli avversari, cercando di approfittare dei loro punti deboli e delle loro difficoltà.

Al di là di questo, però, è necessario che la tattica rispecchi al massimo la mentalità e i valori dell’allenatore, che ne deve trasmettere i dettami: senza questa coerenza, infatti, nessun sistema di gioco può autenticamente funzionare.

Un vecchio allenatore di football americano sosteneva che l’attacco fa vendere i biglietti, ma è la difesa che fa vincere le partite. Alla luce delle misure previste dall’ultima Legge di Bilancio, sembra essere dello stesso avviso anche chi prende le decisioni per il mondo dell’agricoltura italiana.

Nell’ambito di una delle più importanti leggi finanziarie degli ultimi anni, vista l’imponentissima dote economica di due miliardi di euro a disposizione del mondo agricolo (il doppio rispetto alla manovra 2021), il MIPAAF ha scelto di lavorare tanto sulla fase difensiva: il 47% delle risorse è stato spalmato tra l’istituzione di un fondo mutualistico a copertura dei rischi catastrofali e il rafforzamento del contributo pubblico allo strumento delle assicurazioni agevolate. Accanto a queste, poi, abbondanti risorse sono state previste per l’aumento delle percentuali di compensazione IVA, per il sostegno al reddito degli agricoltori e così via.

Occorre essere onesti: il 2021 è stato un anno duro per tanti operatori del mondo dell’agricoltura. Gelate, incendi, allagamenti e trombe d’aria hanno distrutto migliaia e migliaia di ettari di colture, i prezzi delle materie prime in alcuni casi sono aumentati di oltre il 50%; la pandemia animale ha colpito duro il settore degli allevamenti, mentre quella umana ha fatto crollare le entrate di tutte quelle aziende che, negli anni, avevano investito in agriturismi e ricettività.

È facile quindi capire perché la Legge di Bilancio 2022 ha deciso di dedicare tante risorse necessarie a tamponare un’emorragia che potrebbe portare alla morte di migliaia di attività e di aziende.

Dall’altra parte, però, da un punto di vista strategico, sarebbe opportuno interrogarsi se questo sia il giusto segnale da dare ad un’economia già paralizzata dalla paura del futuro o se, forse, sarebbe stato più importante incentivare il rilancio della stessa, supportando in maniera massiccia nuovi investimenti e nuovi progetti, in grado di ridare slancio al settore e nuova fiducia, cercando di creare un circolo virtuoso e di crescita per tutto il comparto.

Una risposta giusta, a questo interrogativo, non esiste e trovare un equilibrio tra le due contrapposte necessità è un’operazione complessa, profondamente influenzata da quella soggettività di cui si parlava all’inizio di questo editoriale.

Quello che è certo, però, dal mio punto di vista, è che l’agricoltura deve pensare al suo futuro. Un futuro che non può fondarsi sulla “garanzia” per cui, se qualcosa andrà male, ci sarà qualcuno che risarcirà. Non ci sarà sempre un PNRR a cui aggrapparsi o un megastanziamento comunitario che tappi le falle di una gestione che, se è vero che è esposta alle variabili del meteo e del mercato, deve riuscire a sostenersi da sola.

Nell’ambito di un’economia sempre più instabile, con la previsione di una progressiva riduzione dei contributi comunitari, ogni imprenditore agricolo deve decidere se restare fermo e sperare che ciò basti, con l’aiuto dell’assistenzialismo statale, o se provare a fare qualcosa di nuovo, di diverso, che possa dare i suoi frutti anche in futuro.

Siamo onesti: ciò è tremendamente difficile. Investire quando tutto sembra crollare può apparire qualcosa di folle, ma, dal mio punto di vista, è l’unico modo possibile per restare a galla. Cambiare mentre tutto cambia.

Il margine di errore c’è. Sono tante le variabili che devono essere analizzate contemporaneamente, molte delle quali addirittura scarsamente prevedibili, ed ogni decisione porta con sé rischi e pericoli, ma anche opportunità.

È per questo che, concludendo, probabilmente avrei preferito una linea più lungimirante per la nostra agricoltura, destinando l’ingente quantità di risorse messe a disposizione alla creazione di nuovi progetti, di nuove filiere, di nuovi posti di lavoro, senza dimenticare l’ottimizzazione dei processi produttivi e le sempre più necessarie attenzioni al tema della sicurezza sui luoghi in cui si svolge la prestazione lavorativa.

In ogni caso, questo è un momento storico in cui è fondamentale prendere decisioni chiare e ferme. In cui occorre interrogarsi sui propri valori e sui propri obiettivi da perseguire tramite la propria azienda, in modo da fissare paletti che potrebbero rivelarsi decisivi nel caso in cui arrivassero momenti di difficoltà.

Alla fine dei conti, ogni strategia può essere vincente. Scegliere di giocare in attacco o in difesa, di costruire o di proteggersi, di ampliare la propria attività o di ridimensionarsi è qualcosa di estremamente personale. Ciò che conta è sapere il come ed il perché lo si sta facendo: quando i giochi saltano e le cose si fanno difficili, questa è l’unica ancora di salvezza da cui si può sempre ripartire.