L’importante è restare positivi

Questo 2020 sta ormai per giungere alle sue ultime battute e, come ogni anno, è giusto fare un bilancio di quello che è successo nel corso di questi mesi. Mesi che, mai come questa volta, sono stati epocali: il COVID-19 ha letteralmente stravolto le nostre vite, cambiato le nostre abitudini e costretto ad esperienze, come il lockdown e il coprifuoco notturno, che mai avremmo pensato di vivere.

Un interessante studio dell’Università di Firenze, pubblicato qualche giorno fa su diverse riviste internazionali, ha evidenziato come, nelle aree che presentano una maggiore quantità di terreni agricoli, la quantità dei contagi è stata fino al 10% in meno rispetto alle zone più industrializzate. Pertanto, il mondo dell’agricoltura, da questo punto di vista, è stato sicuramente avvantaggiato, dalla maggiore salubrità dell’aria e dalla qualità della vita.

Dal punto di vista economico, invece, il 2020, si è sviluppato tra luci ed ombre. Sicuramente, il comparto dell’agricoltura è stato uno di quelli che, sul fronte della produzione, ha avuto meno problematiche di tutti: grazie alla sua funzione fondamentale, infatti, tutti i DPCM emanati da Giuseppe Conte hanno sempre garantito lo svolgimento dell’attività agricola e il, più o meno, regolare processo produttivo, al netto delle calamità e delle malattie che hanno colpito aziende agricole ed allevamenti.

Ovviamente le cose cambiano un po’ quando si inizia a parlare di mercato: il lockdown della scorsa primavera e il blocco di cerimonie ed eventi hanno mandato in sofferenza le aziende del settore florovivaistico nel momento clou; la sostanziale chiusura del canale HO.RE.CA ha paralizzato il principale canale di vendita per aziende agricole, vitivinicoltori e allevatori, che ora si trovano a dover fronteggiare un mercato decisamente fuori equilibrio.

ISTAT ed Assocarni hanno realizzato un’analisi sul mercato della carne, evidenziando come le aziende del settore si trovino in larga parte a dover gestire un aumento di costi legato al maggior numero di animali in giacenza negli allevamenti e un contemporaneo crollo dei prezzi (dovuto all’eccesso di offerta) che ha colpito maggiormente i grandi produttori rispetto ai piccoli allevatori. Ciò è causato anche dalle difficoltà delle aziende di trasformazione che, a causa della diminuzione della domanda, non riescono più a far “girare” correttamente i prodotti, generando così un pericoloso effetto imbuto.

Problemi di mercato si riscontrano anche in un altro grande comparto agricolo, ossia quello della vitivinicoltura: qui, secondo lo studio condotto da Nomisma, ad essere maggiormente in difficoltà sono i piccoli produttori, coloro che avevano nella ristorazione il principale sbocco, mentre le grandi organizzazioni riescono a tenere maggiormente, grazie anche alla significativa crescita delle vendite nel canale della grande distribuzione organizzata (+6,9% rispetto al 2019). Inoltre, anche qui aumentano le giacenze medie, il che rappresenta sostanzialmente un costo per le aziende che si trovano quindi a dover stoccare e mantenere maggiori quantità di prodotto.

Per l’agricoltura, quindi, la sfida del breve periodo sarà quella della tenuta dei prezzi, in un mercato saturo di prodotti, con una concorrenza spietata e una domanda che ancora, non si sa per quanto, non potrà tornare alla sua normalità. A mio avviso, questo è il principale problema del settore agricolo, che nonostante gli investimenti e l’aumento di qualità dei prodotti non riesce mai a farsi pagare adeguatamente i frutti del proprio lavoro. In questo senso, servirebbe un importante intervento da parte della politica, che grazie al lavoro di persone competenti dovrebbe riuscire a valorizzare le produzioni del nostro Paese, anche a livello internazionale, visto che sono tra quelle più controllate e più sicure sia a livello di qualità che dal punto di vista alimentare.

Guardando oltre, invece, per il 2021 la speranza è quella di potersi presto lasciare un po’ alle spalle il dolore e le difficoltà che questo 2020 ha lasciato nel mondo. Anno bisesto, anno funesto recita un famoso proverbio, ma oggi è il tempo di ribaltare i paradigmi e trasformare un grande limite in una grande opportunità.

Il Governo italiano e l’Europa, infatti, stanno pompando nel sistema miliardi e miliardi di euro che saranno utilizzati sì per coprire le perdite e i danni causati dalla pandemia, ma anche per rilanciare l’economia tramite un’importante campagna di investimenti in infrastrutture e promozione.

Pertanto, dopo tante difficoltà, questo è il momento di tirare fuori le idee, di mettersi in gioco, di rimettere in discussione tutti quegli equilibri e quelle situazioni che negli anni non hanno creato i presupposti per lo sviluppo del nostro settore.

Tecnologia, organizzazione, supporto agli investimenti: questi devono essere i capisaldi della nuova agricoltura che, da questo 2020, dovrà tornare a risplendere e guidare la ripartenza di tutto il mondo economico.

Perché essere positivi dovrà tornare ad essere qualcosa di bello e di cui andare orgogliosi.