Le sfide aziendali per il nostro domani odierno

Il ventunesimo secolo va considerato come un periodo storico fluido, un momento in cui la velocità dei cambiamenti rappresenta senza dubbio il tratto distintivo di qualsiasi contesto sociale.

Nemmeno chi svolge attività di impresa, in qualunque ambito o settore, può ritenersi escluso da tale tendenza. Tutto cambia e occorre non farsi prendere in contropiede dalle novità che il tempo porta con sé.

Fino a pochi anni fa, la regola per il successo di qualunque azienda, fosse essa specializzata nella produzione di beni o nell’erogazione di servizi, era la possibilità di accedere a strumenti tecnologici avanzati. Una ricetta facile ed antica, che affonda le radici nella storia: l’uso dell’aratro rivoluzionò il modo di coltivare la terra, così come l’invenzione della partita doppia fece la storia della contabilità, migliorandone efficienza e precisione.

Tra gli esempi sopracitati e i tempi moderni, però, c’è una differenza sostanziale: il tempo. Oggi, infatti, la variabile temporale è impazzita, lo sviluppo tecnologico è vorticoso ed incessante ed in pochi mesi la novità assoluta può diventare uno strumento obsoleto per il raggiungimento dei propri scopi.

Addirittura, la contemporaneità sembra sia in procinto di superare il concetto stesso di tecnologia. A ben pensarci, infatti, la maggior parte degli strumenti necessari per svolgere in efficienza e rapidità ogni attività lavorativa sono a disposizione di chiunque, ad un costo di acquisizione e di mantenimento quasi sempre accessibili a qualunque operatore.

Sebbene il possesso e l’utilizzo di strumenti tecnologici adeguati rappresenti, ad oggi, la conditio sine qua non per professionisti ed aziende, tra gli analisti molti sono coloro che affermano che ciò non sia più sufficiente per far sì che la propria azienda raggiunga obiettivi alti e complessi.

Tale convincimento era stato manifestato già nel 2002 dal sociologo americano Richard Florida, il quale sosteneva che per il raggiungimento degli obiettivi aziendali è necessaria la compresenza delle cosiddette tre T: Tecnologia, Talenti e Tolleranza.

Ciò significa che in un contesto ambientale rigido e poco incline ai cambiamenti e alle differenze di genere o di stato, oppure senza la necessaria quantità di qualità personali, il possesso di strumenti tecnologici avanzati e performanti non risulta sufficiente a raggiungere grandi risultati. Pertanto, il grande macchinario o il grande programma che risolvono tutti i mali del mondo sembrano sempre più destinati ad esistere soltanto nelle rappresentazioni dei pubblicitari.

Nel 2019, a fare davvero la differenza tra successo e fallimento, tra la mediocrità e l’eccellenza, invece, sono i dati. Numeri, percentuali, relazioni, tendenze, statistiche, rapporti: è questo il segreto contemporaneo per ottenere grandi risultati.

Al giorno d’oggi, in qualunque contesto raccogliere dati è un’attività estremamente semplice: mettendo in campo un po’ di attenzione e qualche strumento di facile utilizzo, è possibile statisticare una grande quantità di fenomeni, anche nell’ambito lavorativo.

La vera differenza, però, la fa il modo in cui tale mole di informazioni viene utilizzata al fine di orientare le scelte strategiche e le decisioni del management. Fino a pochi anni fa, tanti erano gli imprenditori che operavano scelte, anche fondamentali per la vita della propria azienda, sulla base dell’emotività, del sentito dire o di un’analisi sommaria e parziale della realtà dei fatti.

Oggi, però, la situazione è profondamente cambiata ed è possibile assumere decisioni sulla base di fattori oggettivamente misurati e misurabili e ciò permette, se non intervengono errori nel processo di valutazione e di elaborazione della strategia, di poter prevedere in maniera piuttosto attendibile anche le conseguenze di tali decisioni, al netto delle variabili non controllabili che possono incontrarsi lungo il percorso.

In questo contesto, è fondamentale che gli imprenditori capiscano l’importanza di analizzare i dati e di utilizzarli per orientare tutte le scelte aziendali. Questo vale, senza dubbio, anche per gli imprenditori agricoli: si pensi a novità come l’agricoltura di precisione, oppure all’analisi delle tendenze di mercato: queste rappresentano le nuove frontiere che promettono efficienza e redditività in un comparto spesso in sofferenza e senza grandi margini di guadagno.

Un compito importante ed educativo per far comprendere l’importanza dei dati spetta ai consulenti delle aziende, soggetti che spesso, per la loro formazione ed estrazione culturale, hanno già grande dimestichezza e conoscenza nella gestione dei numeri. Spetta ai professionisti spiegare il peso dei dati e quanto la corretta analisi degli stessi rappresenti il più saldo dei punti di partenza per l’assunzione di qualsivoglia decisione aziendale. Agli stessi professionisti, però, spetta il compito di ricordarsi di ciò anche nello svolgimento del proprio lavoro, nella scelta dei clienti, delle collaborazioni, dei fornitori: le logiche, nei fatti, non differiscono in maniera fondamentale.

Concludendo, è importante sapere che viviamo nell’età dei dati. Tutto è misurabile, tutto è analizzabile e tutto può essere utilizzato per orientare in maniera solida e fondata qualsiasi scelta. Nel 2019, decisioni irrazionali, emotive e spiantate non sono più ammissibili da parte di alcun imprenditore saggio che abbia a cuore le sorti e le fortune della propria azienda.

Non capire tali dinamiche, non cogliere tali opportunità, può avere conseguenze drammatiche ed irreversibili sulla vita e sulle possibilità di sopravvivenza di ogni azienda. Il mercato, infatti, non aspetta.