L’agricoltura che verrà e la svolta del sistema tributario italiano

L’agricoltura rappresenta, senza alcun dubbio, il settore primario che traina l’intero sistema produttivo nazionale e l’onere (ed onore) di essere la chiave di volta dell’economia del Paese richiede strumenti che garantiscano sicurezza e piena operatività, per assicurare una crescita e tenuta del sistema economico italiano.

Finalmente, dopo un assenteismo del legislatore protrattosi per oltre un ventennio, il mondo dell’agricoltura verrà toccato in profondità dalla Delega fiscale, grazie all’intervento del Governo che ha posto pregevole attenzione alle problematiche di questo settore che, a causa di un repentino sviluppo, sta cambiando radicalmente, ed ora necessità di norme sempre più sartoriali.

Questa tanto attesa Legge Delega non interviene a spot. Ha un approccio di tipo organico, che promette una visione a 360 gradi, costruito su due linee di intervento: da una parte ci si pone l’obiettivo di riallineare le norme fiscali e civilistiche per evitare comportamenti opportunistici e accertamenti fondati su interpretazioni di normative ormai datate; d’altro canto, si punta ad una semplificazione reale dell’assetto normativo, con lo scopo di rendere comprensibili le disposizioni di legge per chi le deve applicare.

D’altronde, l’attuale sistema normativo agricolo non rispecchia l’agricoltura moderna che vede processi produttivi innovativi, che usano sempre meno la terra, volti non solo a creare fabbisogno produttivo, ma anche a garantire la transizione ecologica.

Nel Disegno di Legge Delega fiscale si possono leggere importanti novità per il settore agricolo che, ci si auspica, potrebbero rappresentare una svolta all’attuale sistema legislativo.

In particolare, vengono previste cinque diverse classi di intervento.

Innanzitutto, visto il disallineamento tra la normativa civilistica ex art. 2135 cc (svincolata, a seguito della legge di orientamento, dal fattore terra) e quella fiscale (ancora strettamente ancorata alla potenzialità produttiva del terreno), è prevista l’introduzione di nuove classi e qualità di coltura al fine di tenere conto dei più evoluti sistemi di coltivazione, riorganizzando il relativo regime di imposizione catastale e indicando il limite oltre il quale l’attività eccedente è considerata produttiva di reddito d’impresa.

In seconda battuta, visti i vincoli del PNRR e della transizione ecologica, è stato esteso il reddito agrario, entro determinati limiti, anche alle ipotesi di redditi relativi ai beni, anche immateriali, che concorrono a combattere il cambiamento climatico derivanti dalle attività agricole, con la previsione di un eventuale assoggettamento a imposizione semplificata.

In seguito, sfruttando il fenomeno quasi pressante della digitalizzazione, è stata prevista l’introduzione di procedimenti che consentano di aggiornare, entro il 31 dicembre di ogni anno, le qualità e le classi di coltura indicate nel catasto con quelle effettivamente praticate.

Infine, si è data rilevanza anche ai pensionati che svolgono attività agricole revisionando, a fini di semplificazione, il regime fiscale dei terreni agricoli su cui i titolari di redditi di pensione e i soggetti con reddito complessivo di modesto ammontare svolgono attività agricole.

Sicuramente ci sarà un occhio di riguardo anche per quanto riguarda l’efficientamento energetico e, quindi, si terrà conto della produzione di energia da parte delle aziende agricole e si darà rilievo anche al trasferimento dei benefit che riguardano l’energia.

Gli interventi legislativi relegati al settore agricolo debbono, in ogni caso, calarsi all’interno del nuovo sistema tributario che sta andando a delinearsi. Siamo in attesa, infatti, della pubblicazione di 9 testi unici compilativi messi in pubblica consultazione in queste settimane.

Ci saranno i testi unici sostanziali, che riguarderanno imposte dirette, IVA, IRPEF, IRES e tributi minori. Inoltre, è previsto un testo unico sull’accertamento, su cui oggi ci sono norme sparse in diversi decreti, e un testo unico anche per la riscossione.

Oltre a ciò, si attendono 7 decreti già portati al primo esame del Consiglio dei Ministri.

Importante e meritevole, quindi, il lavoro del legislatore che in questi mesi ha messo mano alle 900 leggi vigenti cercando di districarsi tra le varie disposizioni in essere per semplificare il sistema e razionalizzarlo attraverso un approccio di natura sostanziale-fattuale rispetto a quello giuridico-formale.