Io mi informo…ma come?

Quale sarà il futuro del giornalismo e dell’editoria è, ormai da anni, un interrogativo a cui non è facile trovare una risposta chiara ed univoca.

Da più di dieci anni, noi di ConsulenzaAgricola.it abbiamo deciso di investire in questo settore, con il nostro sito, che pubblica centinaia di articoli e di approfondimenti ogni anno, e con questa rivista, ConsulenzaAgricola, che dal dicembre 2018 ha saputo ritagliarsi un ruolo pionieristico e di pregio in un mondo delicato come quello della consulenza in agricoltura.

Fare buona informazione non è semplice: è necessario essere sempre attenti su quanto si decide nei palazzi istituzionali, monitorando le uscite ufficiali, ma anche tenendo calde le fonti e gli informatori che spesso aiutano ad arrivare ad indiscrezioni e anticipazioni di grande valore. Inoltre, bisogna saper essere tempestivi ed accurati al tempo stesso, veloci ma capaci di analizzare le questioni in maniera profonda e dettagliata.

Ai giorni nostri, invece, sappiamo bene quanto spesso l’informazione sia fatta in maniera veloce e grossolana, a caccia del primo posto nei risultati dei motori di ricerca, quanto un titolo roboante spesso muova più di un’inchiesta ben fatta e comprovata sul campo da centinaia di ore di lavoro e di preparazione.

Questa gara a chi urla più forte sta diventando ogni giorno più pressante: gli algoritmi dei social network sono fatti per polarizzare le informazioni e le posizioni, distinguendo tra bianco e nero, dimenticando spesso l’importanza di tutte le scale dei grigi; senza dimenticare, poi, che spesso dal traffico che passa su un sito internet dipendono i ricavi ottenuti dalla pubblicità online e, di conseguenza, gli incassi della testata stessa.

Insomma, l’attuale meccanismo che sta alla base dell’informazione sul web dice che, spesso, a un lavoro curato ed approfondito corrisponde un minor guadagno rispetto ad un titolo ammiccante e a qualche notizia controcorrente.

Se volessimo guardare alla carta stampata, invece, la situazione sarebbe ancora meno rosea: crisi generalizzata degli abbonamenti e delle vendite, spazi e tirature sempre più ridotti, collaboratori fatti lavorare per compensi minimi (quando non addirittura gratuitamente) senza tutele o protezioni.

Un quadro poco rassicurante, insomma, per quello che è uno dei settori più importanti per un Paese, un settore deputato ad informare, ad acculturare e a raccontare a lettori e cittadini la verità su quanto avviene attorno a loro.

Come fare a risalire la china e a invertire la tendenza?

Ritengo fondamentale ripartire da un dato, letto qualche giorno fa, che mi ha colpito molto. Secondo l’Edelman Trust Barometer, uno studio americano sul mondo dell’editoria, il 75% degli italiani ritiene che i giornalisti non stiano facendo bene il loro lavoro.

Si tratta del peggior dato per quanto riguarda i paesi UE (seconda la Spagna con il 73%) ed uno dei peggiori del mondo, visto che una peggior valutazione del servizio di informazione è data solo in Giappone (80%), Sud Corea (77%), Colombia (76%) ed Argentina (75%).

Senza ribaltare questa percezione, il futuro dell’informazione e dell’editoria non potrà mai essere roseo.

Occorre lavorare per riacquisire credibilità, cercando il vero, approfondendo le questioni. Ridando il tempo a chi opera nel settore di analizzare, di approfondire, di mostrare la propria autorevolezza. Cercando di spiegare i contenuti e di massimizzare la qualità dei servizi, trovando un equilibrio anche rispetto a quel boom dell’infotainment che per anni ha spopolato in televisione e che, ora, inizia a far sentire tutta la sua maturità.

Concludendo, da ormai molti anni si parla della morte della carta stampata, dei grandi editori. Recentemente si è parlato anche della morte dei blog, in funzione di newsletter e social network.

Io ritengo che il futuro dell’informazione non sia legato al suo mezzo, ma alla sua qualità.

Per arrivare a tale obiettivo, per riuscire a discernere tra ciarlatani e professionisti, tra clientelismi e spirito d’inchiesta, servirà passare, in maniera seria, per una severa autocritica e per un percorso virtuoso.

Quando ogni giornalista ed ogni editore, guardandosi allo specchio, riuscirà a dirsi di aver fatto il massimo per diffondere notizie vere, approfondimenti curati, articoli nuovi ed unici, allora avremo imboccato la giusta strada.

Noi di ConsulenzaAgricola.it ci impegniamo ogni giorno per raggiungere tali obiettivi, anche se questo costa impegno e fatica. Proprio per questo, l’avvicinarsi della pausa estiva è un momento quanto mai atteso, dopo le fatiche di un anno, in vista di un inverno che ci vedrà proporre tante nuove idee ed iniziative a 360°, a livello di eventi, di formazione, ma anche e soprattutto per quanto riguarda il mondo editoriale.

Per questo, vogliamo augurarvi una buona estate, dandovi l’appuntamento a settembre con il prossimo numero della rivista.