I bonus edilizi e la legge dello specchio

È di questi giorni la notizia della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del nuovo Decreto Controlli, frettolosamente approvato dal Governo per contrastare le frodi e gli abusi che, negli ultimi mesi, si sono moltiplicati tra i contribuenti italiani.

Sicuramente, c’è da dire che la proliferazione di bonus, agevolazioni e crediti di imposta dell’ultimo anno, elargiti a pioggia dal primo lockdown in avanti, ha creato le condizioni affinché i cittadini italiani potessero mostrare, ancora una volta, la loro spietata superficialità nei confronti dello Stato italiano.

Già, perché la necessità di rispondere velocemente alle esigenze di liquidità di famiglie ed imprese bloccate per mesi dalle misure di contenimento della pandemia da COVID-19, imponeva di erogare in maniera massiccia e tempestiva abbondanti somme di denaro, riducendo necessariamente i tempi della fase dei controlli preventivi.

Ora, però, a distanza di quasi due anni, l’Agenzia delle Entrate e gli altri organi preposti stanno iniziando a controllare quanto accaduto e i nodi iniziano a venire al pettine. Soggetti che possedevano una partita IVA inattiva che hanno percepito i ristori, datori di lavoro con i dipendenti al lavoro in smart working e pagati in cassa integrazione, professionisti che hanno ricevuto sostegni senza averne diritto: insomma, la sensazione è che, di soldi pubblici, ne siano stati sprecati davvero un bel po’.

Capitolo a parte è quello relativo ai bonus edilizi, un mondo di agevolazioni già da tempo introdotte nell’ordinamento italiano (dal bonus ristrutturazioni al sismabonus, dall’ecobonus al bonus mobili), ma che, con l’introduzione del superbonus 110% previsto dal Decreto Rilancio (D.L. n. 34/2020), stanno vivendo un vero e proprio boom.

Certo, la possibilità di ristrutturare completamente casa, non solo a costo zero, ma ricevendo addirittura un piccolo rimborso da parte dello Stato, è sicuramente una grandissima opportunità, che ben combina le esigenze del settore edile di ripartire e di poter lavorare, con la possibilità di recuperare immobili e strutture vetuste o in stato di abbandono, allineandosi a quei principi di riciclo e riuso tanto cari alla nuova green economy.

D’altra parte, non si può non evidenziare come il comportamento dei cittadini e dei contribuenti italiani, di fronte a questa grande opportunità, sia stato, come spesso accade, quantomeno discutibile.

In un’intervista di qualche giorno fa, il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini ha annunciato che è di quasi un miliardo di euro l’ammontare del danno arrecato alle casse dello Stato a causa delle truffe e delle frodi effettuate nell’ambito dei bonus edilizi. E l’importo stimato è aumentato di circa 200 milioni di euro nell’arco di dieci giorni: la somma, quindi, pare verosimile che sia destinata ad aumentare ulteriormente.

Come spesso accade, la realtà supera la fantasia e le situazioni riportate sono davvero le più varie: lavori fatturati e mai effettuati, società cartiere inesistenti, fatture emesse da parte di aziende di altri settori, con la menzione speciale per un macellaio che rilasciava fatture per interventi edilizi.

Insomma, un grande carnevale di situazioni borderline ed abusi, che hanno costretto l’Agenzia delle Entrate a prevedere un rafforzamento di controlli, al fine di non disperdere ulteriori risorse pubbliche.

La salute del nostro Paese si misura da queste situazioni. Da come i cittadini, in una situazione di grande difficoltà generalizzata, cerchino di badare solo al proprio orto, senza tenere minimamente conto dell’aspetto complessivo e dell’importanza del senso di Stato.

Sono il primo ad ammettere che, molte volte, quando si parla di Stato si pensa a qualcosa di lontano e di inarrivabile, più di un nemico da combattere che di una struttura in grado di fornire un supporto alla vita quotidiana.

Perché senza lo Stato non ci sarebbero la salute pubblica, le pensioni, la scuola. Non ci sarebbe nemmeno la possibilità di ristrutturare la propria abitazione a costo zero, grazie ai bonus edilizi. Tanti cittadini, invece, cercano sempre di approfittarsene, cercando di rubare (perché questo è, a tutti gli effetti) quanto non dovuto nel momento in cui c’è da raccogliere, facendosi però di nebbia quando arriva il momento di pagare le tasse e le imposte.

Quello che più mi colpisce, di tutta questa situazione, è pensare all’applicazione di una delle più importanti leggi universali, la cosiddetta legge dello specchio, la quale afferma che ciò che ci attira, che notiamo negli altri, è il riflesso di noi stessi, sia in positivo che in negativo.

Se ciò che sta sopra di noi, ciò che è altro, è sempre qualcosa di cui approfittarsi senza remore, da cui prendere sempre senza dare, mettendo sempre davanti la nostra individualità, forse il problema non sta nelle leggi e nell’organizzazione di un Paese che spesso manifesta le sue difficoltà. Forse il problema è dentro ognuno di noi.