Alluvione in Emilia-Romagna: da dove dobbiamo ripartire?

Una vera e propria tragedia quella che ha colpito l’Emilia-Romagna nelle ultime settimane che, nel giro di pochissime ore, si è ritrovata piegata da quella che gli esperti hanno definito l’ondata di maltempo più severa dal dopoguerra ad oggi.

Quanto accaduto rappresenta un disastro per l’intera Regione, sia per quanto riguarda le ripercussioni sulla popolazione locale, sia per quanto attiene il settore dell’agricoltura che rappresenta la seconda voce di export regionale dopo la meccanica.

Dopo i primi interventi di messa in sicurezza si è cercato di fare un check up dei danni che il settore agricolo ha subito: è stato stimato che è stato rovinato oltre il 42% della superficie agricola utilizzata (Sau), un numero davvero impressionante se pensiamo che le perdite di produttività futura, dovute alla moria di piante e animali e alla modifica di superficie agricola per le frane, si va a sommare ai continui danni subiti negli ultimi cinque anni a causa di gelate, grandinate e forti periodi di siccità.

Le aziende agricole presenti sul territorio coinvolto sono quasi 21.000, il 49% dell’intera Regione, oltre il 29% si trova nei comuni con allagamenti e il 19% in quelli con frane. Volendo parlare in termini economici, da quanto emerge dalle prime stime regionali, la diminuzione della sola produzione lorda vendibile potrebbe andare oltre 1,5 miliardi di euro.

A fronte di una catastrofe di tale portata sia la Regione che il Governo, in aiuto di cittadini e imprese, si sono mossi celermente, ma c’è ancora molto da fare.

Il Governo ha subito approvato il c.d. Decreto Alluvioni (D.L. 61/2023) introducendo alcuni bonus per le imprese e per i lavoratori, misure di sostegno al reddito, inoltre è stato esteso l’accesso al Fondo garanzia per le PMI alle imprese localizzate nei territori colpiti dai suddetti eventi. Il Decreto ha anche previsto la sospensione, per società e imprese, di versamenti relativi al diritto annuale dovuto alle Camere di Commercio, di adempimenti contabili e societari e i pagamenti delle rate di mutui o finanziamenti di ogni genere.

Oltre a ciò, il Decreto Alluvioni è intervenuto per aiuti al settore agricolo e al settore turistico.

In particolare, per quanto riguarda gli aiuti al settore agricolo, è prevista la destinazione di 100 milioni di euro del “Fondo di solidarietà nazionale – interventi indennizzatori” alle imprese agricole danneggiate, estendendo possibilità di accedere agli interventi compensativi alle produzioni e alle strutture aziendali assicurabili, ma che al momento dell’evento non risultavano coperte da polizze assicurative. Questi aiuti sono concessi a complemento dei risarcimenti del “Fondo Agricat”.

I sostegni per gli eventi alluvionali e franosi interessano le imprese agricole iscritte al Registro delle Imprese (o nell’Anagrafe delle imprese costituita presso le Regioni oggetto degli eventi alluvionali) che hanno subito danni eccezionali.

I beneficiari potranno accedere a contributi in conto capitale, prestiti ad ammortamento quinquennale per le esigenze di esercizio, proroga delle operazioni di credito agrario e agevolazioni previdenziali.

Insomma, attualmente sembra davvero che vi sia tutta la volontà di aiutare l’Emilia-Romagna ad alzarsi e, ora più che mai, è fondamentale lanciare un messaggio chiaro: i soldi servono subito e, pertanto, è necessario che non ci si incastri nella matassa burocratica tipica del nostro Paese.

Oltre alla distribuzione di aiuti in termini economici è necessario che anche il Legislatore faccia la sua parte mettendo mano alle norme che regolano il regime di tassazione delle imprese agricole.

Infatti, proprio nello scorso 2021, in sede di approvazione della Legge di Bilancio, era stata introdotta la cosiddetta “prevalenza virtuale”, regolata dal comma 988 della L. n. 234/2021, inserita al fine di prevedere il mantenimento della qualifica di IAP a favore dei soggetti che, a causa di eventi dichiarati eccezionali, non sono in grado di rispettare il criterio della prevalenza di cui all’articolo 2135 del Codice Civile.

Tale disposizione risulta essere essenziale per tutte le aziende che, nonostante non saranno in grado di rispettare la prevalenza a causa dell’alluvione, potranno continuare ad usufruire della qualifica di imprenditore agricolo per accedere ad agevolazioni tributarie e contributi.

Tuttavia, occorre sottolineare che la norma, facendo esclusivo riferimento al Codice Civile, ignora totalmente la disciplina fiscale ex art. 32 del TUIR. Di fatti, il mancato rispetto del requisito della prevalenza determina la perdita della qualifica di imprenditore agricolo, ma è anche causa ostativa dell’applicazione dalla tassazione catastale prevista per le aziende agricole.

Visto il mancato coordinamento legislativo, l’Ufficio Studi di ConsulenzaAgricola.it ha presentato una proposta di emendamento al fine di assicurare ai produttori agricoli, la cui determinazione del reddito avviene sulla base dei criteri previsti dall’articolo 32 TUIR, la possibilità di mantenere lo stesso regime impositivo anche in ipotesi di mancata produzione determinata dal verificarsi di eventi naturali calamitosi, certificati sulla base di quanto disposto dal comma 988 sopra richiamato.