20 Mag È il momento delle scelte: clima, mercati e mentalità nuova per un’agricoltura che cambia
Se tutti gli abitanti del pianeta adottassero gli standard di vita della Svizzera, le risorse naturali rinnovabili sarebbero esaurite già il 7 maggio di ogni anno.
È chiaro che, vivendo ben oltre i propri limiti, le popolazioni dei paesi più sviluppati stanno esaurendo le risorse a discapito di altri stati, con conseguenze che si ripercuoteranno sulle generazioni future. A quale prezzo, quindi, stiamo pagando questo modello di consumo?
Maggio deve quindi essere un mese di riflessione anche per l’agricoltura italiana ed europea. Ogni anno, questo periodo segna un punto di svolta per le decisioni strategiche che definiscono il futuro del settore. Ma quest’anno, come mai prima d’ora, il contesto in cui gli agricoltori si trovano a operare è segnato da sfide complesse e urgenti, che vanno oltre la semplice gestione delle risorse o delle pratiche agricole.
Il clima, i mercati e le normative stanno cambiando in maniera veloce e imprevedibile, costringendo il settore a confrontarsi con una realtà che non permette più di restare ancorati ai metodi tradizionali. Le campagne agricole sono sempre più influenzate da eventi climatici estremi, come siccità prolungate o alluvioni devastanti, per non parlare poi degli eventi franosi che minano la stabilità del territorio e delle produzioni. Allo stesso tempo, i mercati si stanno facendo sempre più volatili, con fluttuazioni dei prezzi che mettono in difficoltà anche i più esperti. Le politiche agricole, troppo spesso lente e poco tempestive, non sempre sono in grado di rispondere rapidamente a queste crisi.
A tutto ciò si aggiungono le nuove sfide imposte dalle richieste ambientali, che non possono essere più ignorate. La sostenibilità non è più una questione opzionale per l’agricoltura, ma un requisito essenziale. Eppure, nonostante le difficoltà, ci sono anche opportunità. L’agricoltura può evolvere, può affrontare questi cambiamenti e persino prosperare, ma solo a condizione che si cambi radicalmente approccio. La vera sfida non sta solo nell’adottare nuove tecniche o tecnologie, ma nel trasformare profondamente la mentalità degli agricoltori i quali devono essere sostenuti da politiche agricole ed economiche razionali e coerenti con gli obiettivi collettivi. Produrre alimenti sani, in quantità, nel rispetto dell’ambiente e contenendo i consumi idrici ed energetici è una sfida ambiziosa che richiede un approccio olistico.
Oggi più che mai, la resilienza non può essere vista come una reazione passiva agli eventi imprevisti. Non è sufficiente adattarsi quando le difficoltà si presentano.
La resilienza deve essere una strategia, una visione proattiva che guida ogni scelta imprenditoriale. L’imprevisto climatico non può più essere considerato un’eccezione, ma una realtà con cui fare i conti ogni giorno. Di fronte a questa consapevolezza, è fondamentale che gli agricoltori inizino a pianificare con scenari multipli, a dotarsi di strumenti assicurativi adeguati e a investire in innovazione, non solo quando è disponibile un bando o un incentivo, ma con continuità. Non si può più aspettare l’occasione giusta: investire in tecnologie, consulenza, formazione e aggiornamento deve diventare una prassi, una parte integrante di una mentalità imprenditoriale moderna.
Il cambiamento non riguarda solo gli strumenti tecnici o le risorse disponibili. Non è più sufficiente pensare solo in termini di quantità prodotta, ma bisogna puntare sulla qualità, sulla diversificazione, sul valore aggiunto. La corsa alla massima produzione a basso costo non è sostenibile nel lungo periodo. Gli agricoltori di domani devono saper leggere i segnali del mercato, comprendere i nuovi bisogni dei consumatori, come la crescente domanda di prodotti biologici, sostenibili e tracciabili. E devono saper comunicare il valore dei loro prodotti, anche attraverso i nuovi canali digitali, che stanno diventando sempre più centrali nella relazione con il consumatore.
Questi cambiamenti richiedono anche un altro passo fondamentale: rompere l’isolamento. Le sfide che ci troviamo ad affrontare sono troppo grandi per essere gestite da un singolo imprenditore. La cooperazione tra agricoltori, la condivisione di dati, esperienze e risorse, l’organizzazione in reti e consorzi sono strumenti indispensabili per affrontare con successo le difficoltà comuni e per aumentare la competitività nel mercato globale. La solitudine non è più un’opzione.
Maggio, dunque, non è solo un mese di scelte pratiche e immediate, ma un periodo in cui è necessario pensare al futuro, alla direzione che l’agricoltura italiana deve prendere nei prossimi anni. La resistenza passiva ai cambiamenti non è più una via percorribile. Chi non saprà adattarsi, chi non sarà pronto a rinnovarsi, rischia di rimanere indietro. Ecco perché, più che mai, è necessario mettere in atto un cambiamento profondo, che coinvolga la mentalità, le pratiche e le strategie a livello imprenditoriale. La resilienza di oggi non è una dote che si riceve passivamente, ma una capacità che si costruisce attivamente attraverso scelte consapevoli, competenze, e visione.
Non saranno né il clima, né le politiche a determinare il futuro dell’agricoltura italiana, ma la capacità degli agricoltori di adattarsi con coraggio e determinazione a un mondo che sta cambiando rapidamente. Maggio, mese delle scelte, è il momento ideale per iniziare a costruire quel futuro.